N°10

 

IL PROCESSO

 

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Erano passati un paio di giorni da quando Occhio di Falco era uscito su cauzione. Ufficialmente, l’arciere era residente alla base dei Vendicatori e non si faceva vedere da anima viva, chiuso nel suo “no comment”, ma in realtà, uscendo da un passaggio segreto, Clint Barton era tornato nel suo appartamento a Coney Island dove aveva passato questi giorni in assoluto relax, togliendosi il costume e passando del tempo lontano dalle telecamere e i riflettori. Questo era il vantaggio di avere un’identità segreta. Clint non era uno di quegli eroi ossessionati dal mantenimento del proprio segreto, anzi non erano rare le volte che aveva agito senza indossare la maschera, ma sempre nei panni di uno sconosciuto, un anonimo “tizio biondo che è apparso rapidamente e altrettanto in fretta se n’è andato”, senza lasciare traccia del suo passaggio. Questo perché voleva avere la possibilità di andare al cinema o al ristorante senza che una folla curiosa lo riconoscesse e lo assillasse per avere un autografo o, peggio ancora, qualche pazzoide lo attaccasse.  Quest’oggi ringraziava il suo anonimato. Non avrebbe sopportato di uscire di casa e venire perseguitato dai paparazzi. Ma quella sera, dopo un riposo meritato, Clint era tornato ad indossare il costume viola e blu di Occhio di Falco per andare a caccia di informazioni. Sapeva chi lo aveva incastrato, il mercenario mascherato noto col nome di Taskmaster, ma questi non era ritracciabile. Aveva una pista però. La notte in cui Roscoe Barlow era stato ucciso era in compagnia di Zelda DuBois, un tempo ricercata dall’F.B.I. col nome di Principessa Pitone. Come mai una famigerata ladra era in compagnia di un imprenditore miliardario proprio il giorno in cui questi era stato assassinato? Coincidenze? Col cazzo! Avrebbe scommesso la sua ultima freccia che è stata lei a dire a Taskmaster dove e quando colpire. Cercando di non attirare l’attenzione l’arciere si muoveva di tetto in tetto correndo in direzione dell’attico in centro dove, stando alle informazioni fornitogli dalla Vedova Nera, abitava la donna. Natasha come al solito aveva fatto un ottimo lavoro, infatti arrampicandosi in cima al suddetto palazzo e piazzandosi davanti alla finestra Occhio di Falco vide il suo obiettivo nella sua camera da letto. Indossava solo mutandine e reggiseno neri e stava giocherellando con un grosso serpente. Una metafora sessuale detta così, ma la scena a cui Falco assisteva di nascosto sembrava uscita dal film “Dal tramonto all’alba” quando Salma Hayek danza con quel grosso serpente bianco. Splendida, sensuale. La stessa cosa, a parte l’assenza di musica. Falco non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, poi si ricordò di essere là non per fare il guardone ma per un’indagine. Ne andava di mezzo la sua libertà. Questo pensiero ne raffreddò i bollenti spiriti e tornato in sé entrò dalla finestra e la chiamò con voce autoritaria.

<Zelda. Dobbiamo parlare.>

<TU! BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA!>

<Tieni a bada quell’animale altrimenti...>

<Copernico, attacca!> Zelda fece un gesto e il suo pitone strisciò rapidamente verso il Vendicatore, che però non si scompose, mise mano alla faretra e da lì estrasse una elettro-freccia, con la quale fulminò l’animale lasciandolo stordito sul pavimento.

<BASTARDO! LO HAI AMMAZZATO! LO HAI UCCISO COME HAI FATTO CON ROSCOE!> furiosa la donna si scagliò contro di lui puntandogli le mani alla gola. Ma era una donna senza la minima conoscenza di combattimento e dunque non era all’altezza di Occhio di Falco, che le afferrò i polsi, immobilizzandola.

<Non ho ucciso il tuo animale> disse lanciando la donna verso il letto <e non ho ammazzato nemmeno Barlow. > prese una vestaglia di raso appoggiata alla spalliera e gliela tirò.

<Prima cosa, copriti. In secondo luogo, Io non c’entro con la sua morte. Sono venuto qua proprio per saperne di più. Tu piuttosto... perché eri con lui, quella sera?>

<Noi stavamo insieme, da oltre un anno.>

<Per quale motivo? Per ereditare parte del suo patrimonio? Era questo il vostro piano?>

<”Vostro” di chi? E poi vaffanculo! Io e Roscoe ci amavamo, hai capito?>

<Ma piantala! Tu e quel ciccione?>

<PIANTALA TU! Ma che ne sai tu, di Roscoe? Che ne sapete tutti voi, di lui?> Zelda scoppiò in un pianto rabbioso.

 <Era un uomo sensibile come nessun altro! Lui non era come gli altri uomini... loro volevano solo sesso, sesso e basta! Ma lui...> tirò sul col naso <Ok, cominciai a sedurlo sotto falso nome per il suo denaro, lo ammetto. Lui poi mi fece pedinare da un detective, scoprì la mia vera identità e... non mi giudicò. Non mi fece arrestare, niente. Mi chiese solo perché lo facevo e che voleva sapere tutto di me. Nessun uomo ha mai fatto nulla del genere ... si interessava a me, lo capisci? Disinteressatamente! Mi amava cazzo, mi amava davvero! E adesso è morto ...> pianto a dirotto. Occhio di Falco non era certo il più brillante detective del mondo, né tanto meno uno psicologo, ma chiunque avrebbe capito che la ragazza era realmente innamorata di Barlow. Era bastata un pò di sincera gentilezza per conquistarla. Evidentemente la ragazza non ne aveva ricevuta molta, in vita sua. Falco riprese a parlare :

<Se le cose stanno davvero così Zelda aiutami ad arrestare i suoi veri assassini. Non ho mai ucciso nessuno dei miei nemici. Mi hanno incastrato. Mi conosci da tanto tempo, lo sai come lavoro. Tutte le volte che ci siamo affrontati, mi hai mai visto scoccare una freccia con l’intento di uccidere?>

Zelda si asciugò gli occhi e fissando quelli azzurri del Vendicatore mascherato rispose:

<No. Effettivamente no...>

<E allora collabora con me. Ti prometto che troverò chi ha ucciso Barlow e lo assicurerò alla giustizia.>

<Che cosa dovrei fare?>

<Per prima cosa, quando al processo  testimonierai dirai di non essere certa che l’uomo che ha ucciso Barlow sono io.... che poi è la verità. Poi una volta libero ti dirò quello che faremo.... allora ci stai?>

La donna lo fissò con grande interesse.

<Dammi un paio di giorni per pensarci ...>

 

Tribunale di Manhattan. Giorni dopo.

 

E venne il giorno del processo di Occhio di Falco. Era dai tempi di O.J. Simpson che non si vedeva tanto interesse da parte degli americani per un caso giudiziario. Presiedeva il giudice Gruenwald. [1] La giuria, nonostante non si rischiasse un’imputazione di razzismo, era costituita equamente tra sei giurati afroamericani e altrettanti bianchi. L'accusa era rappresentata dal procuratore distrettuale Connie Ferrari in persona, un’avvenente italoamericana. La difesa  era ovviamente affidata a Matt Murdock e la sua socia Becky Blake. Le battute politicamente scorrette si sprecavano sull’ironica sorte che vedeva un tizio sopranominato “Occhio di Falco” difeso da un avvocato non vedente, tuttavia Murdock aveva una reputazione tale da fare da fare ben sperare i sostenitori del Vendicatore.

Connie Ferrari iniziò la sua dichiarazione d’apertura:

<Signori della giuria ... non vorrei essere nei vostri panni quest’oggi. Vi aspetta un compito molto difficile, ovvero giudicare un supereroe. Un Vendicatore, uno dei beniamini del pubblico americano e mondiale. Eppure io vi chiedo di aprire le vostre menti e dimenticarvi della celebre maschera. Qui si giudica un uomo che non voleva cedere i diritti della propria immagine, e che è arrivato ad uccidere un uomo che intendeva sfruttarli. L’Avidità è uno di quei peccati capitali che molto spesso corrompono l’anima anche dei più nobili tra di noi. Non è la prima volta che per questioni di denaro  si arriva a commettere un reato tanto grave quanto un omicidio. Quindi quando darete il vostro verdetto vorrei che dimenticaste i precedenti atti di eroismo dell’imputato e lo giudicherete solo per il fatto in questione. L’omicidio dell’imprenditore Roscoe Theodore Barlow.>

La Ferrari ci sapeva fare. Una donna tanto determinata quanto bella. Ma Matt Murdock non era un tipo da farsi intimorire tanto facilmente. Il suo alter ego infatti era noto come “l’Uomo senza Paura”. Ma nessuno in quell’aula era a conoscenza che l’avvocato cieco era in realtà Devil, il vigilante protettore di Hell’s Kitchen. Nessuno. Nemmeno la sua socia Becky Blake. Nemmeno lo stesso Occhio di Falco. Matt si alzò in piedi e agitando il suo bastone bianco arrivò di fronte alla giuria. Fingere di essere un comune cieco era una cosa a cui era abituato, anche se il senso radar che quell’isotopo radioattivo gli aveva procurato gli permetteva di mappare il mondo attorno a lui a 360 gradi meglio di una vista di dieci decimi. Una volta di fronte ai giurati, cominciò il suo discorso:

<Un uomo indossa una maschera e decide di utilizzare il suo talento per combattere il crimine per le strade. Ogni giorno i peggiori farabutti della nostra società cercano di attentare alla sua vita ma, nonostante queste situazioni di pericolo, mai una volta che uno di questi malviventi è stato colpito mortalmente dal mio cliente. Mai. Neppure quando si trovava al cospetto del Dottor Destino. Neppure quando si trovava davanti al Teschio Rosso, tanto per farvi un paio di esempi. E dopo  anni passati ad affrontare criminali senza ucciderne nessuno, quest’uomo cosa fa? Ammazza un uomo di 68 anni per una mera questione di denaro? Signori della giuria ... io dimostrerò che il mio cliente non ha ucciso l’imprenditore Barlow, ma è vittima di una congiura.> Murdock parlava con voce ferma, risoluta. Era evidente la sua esperienza in questo mestiere.

 

Nell’appartamento di Coney Island, Jessica e Kate guardavano il processo alla tele. Avrebbero voluto essere là, a dare conforto al loro amico, ma Clint aveva insistito affinchè non andassero in tribunale. Era stato categorico su questo. Sicuramente non voleva che in nessun modo il nome di Occhio di Falco venisse accostato alle due ragazze, per proteggerle. Non erano le sole a seguire con interesse il processo del Vendicatore. 

 

Il suo nome era Steve Rogers e per quasi tutti coloro che lo conoscevano era solo un professore di Storia dell’Arte alla Lee Academy in Connecticut, un professore in perfetta forma fisica che suscitava sguardi ammirazione da parte delle allieve della scuola e delle professoresse. Un ristretto gruppo di persone era al corrente che Steve Rogers altri non era che l’originale capitan America e di questi, quasi tutti lo credevano morto.

Ironia della sorte, Occhio di Falco era uno di questi mentre a sostenere la pubblica accusa era la fidanzata di Steve. L’ex Capitan America si sentiva decisamente frustrato: questa era una di quelle volte in cui l’aver deciso di farsi credere morto anche dai suoi migliori amici gli pesava non poco.  Cercava di consolarsi pensando che avrebbe comunque potuto fare ben poco e che Clint era comunque in buone mani, ma non serviva a molto. Quanto a Connie, stavolta non poteva che augurarsi che perdesse. Perché diavolo aveva voluto sostenere lei stessa l’accusa e non delegarla ad uno dei suoi vice? L’ambizione era sempre stata il punto debole di quella ragazza e Steve ne era ben consapevole anche se l’amava. Ripensandoci, le donne forti erano sempre state la sua debolezza.

Ora non poteva che stare a guardare e sperare che tutto andasse per il meglio.

 

In un luogo segreto, davanti ad un maxischermo ultrapiatto, due figure incappucciate avevano dei validi motivi per assistere al processo di Falco e nello sperare in  una sua condanna. Taskmaster si crogiolava nel vedere come l’arciere  (fosse) in balia di eventi che aveva scatenato lui. Lui era il regista di questa commedia, il burattinaio che tirava i fili, e la cosa gli faceva provare una certa soddisfazione. Il suo socio Hood invece era di tutt’altro umore.

<Quel cieco ci sa fare. Guarda come parla, come si muove. E’ molto sicuro di se.>

<Eh, se un domani t’ingabbiano vorrà dire che lo ingaggeremo, contento?>  disse sarcasticamente Taskmaster.

<Fai poco lo spiritoso. Avevi detto che non sarebbe arrivato vivo al processo, che ci avrebbe pensato Tagliagole... e invece guarda: lui sta bello fresco in TV, mentre il tuo uomo è in infermeria.>

<Non ti scaldare Parker... ammetto che confidavo nell’intervento di Danny e che il suo fallimento sia una delusione per me. Ma l’arciere è fuori dai piedi, non intralcia i nostri affari e con un po’ di fortuna finirà al fresco per un bel po’ e ce lo toglieremo dai piedi ...>

<E se Murdock lo fa uscire? Cosa farai in quel caso?>

<Non ha nulla contro di noi... non può toccarci. Lui sa che siamo stati noi ma non può provarlo. E sa che se ci metterà ancora il bastone fra le ruote saprà che possiamo arrivare a lui e colpirlo proprio come abbiamo fatto ora.>

<La fai troppo facile, tu...>

<Dì ma che problemi hai? Stai prendendo di acido ultimamente... cos’è che ti rode?>

<Mi rode che ci stai andando troppo piano, ecco cosa. La sorda ci molla, uno dei nostri in carcere ... senza contare quelli che Occhio di Falco ha fatto ingabbiare prima ... e tu che fai? Giochi con lui, come un bambino sadico che tortura una mosca! >

Taskmaster lo guardò storto da sotto la sua maschera bianca scheletrica, alzandosi in piedi.

<Dilla tutta... c’è dell’altro, lo so. Cos’è, non ti piace come gestisco l’attività?> disse con tono di sfida.

<L’Hai detto.> gli rispose Hood con tono risoluto <Abbiamo un esercito ai nostri ordini... un vero esercito! I migliori assassini su piazza....e tu cosa fai? Vendi i nostri uomini al miglior offerente! Potremmo conquistare questa città, togliendo di mezzo la concorrenza! Potremmo essere i numeri uno... tu invece ti accontenti delle briciole!>

Sentendo queste parole Taskmaster s’innervosì:

<Cosa ti sei messo in testa, Robbins.... di fare la guerra a Wilson Fisk? Di prendere il suo posto?  Stammi a sentire... da che questa città a memoria, nessuno è mai riuscito a fargli le scarpe.... né Owlsley, né Testa di Martello, né Manfredi... nessuno! Prima o poi tutti finiscono schiacciati da lui ... te compreso e scommetto che uno di questi giorni troverà il modo di uscire da quel carcere per signorine dove l ’hanno ficcato per riprendersi tutto quello che gli hanno portato via! Ma mettiamo per un momento che tu riesca a farlo fuori... come pensi di passare il resto dei tuoi giorni? Qualcuno verrà a farti la guerra, e presto o tardi finirà col piantarti una pallottola nella testa! Tu vuoi davvero vivere in questo modo? Invece pensaci... è questo il vero business! Perché ci sarà sempre una guerra per il territorio.... sempre! E noi gli forniamo sempre soldati freschi... e dunque non resteremo mai senza lavoro...>

<Spiccioli. Si va a pesca per prendere un marlin di 5 metri. Hai mai visto un pescatore farsi la foto accanto a 14 trote? Tu non hai ambizioni...>

<E tu ne hai troppa!> lo interruppe. <Io ho trattato col Teschio Rosso... guarda, se devo scegliere tra te e trent’anni di galera, io ti faccio fuori senza nemmeno pensarci un attimo ma quell’uomo... tu non hai mai visto i suoi occhi... vuole vedere bruciare il mondo. Non esiterebbe a sterminare uno stato per i suoi scopi. Tu arriveresti a tanto, Parker? No ... non sei pazzo fino a questo punto. E’ un gioco troppo grosso per noi.  Noi vogliamo solo fare la bella vita e non dover  andare ogni giorno in fabbrica a timbrare un cartellino per quattro soldi pidocchiosi. Io posso garantirti tutto questo, e tu vuoi rischiare di mandare tutto a puttane per... cosa? Ambizione? Prestigio?> seguì un minuto di silenzio. Prese una sigaretta, la infilò nel bocchino e iniziò a inspirare. <Si fa a modo mio Parker. Fattene una ragione.>

Hood capì da quelle parole che Taskmaster non era adatto per essere un uomo di potere. Bisogna avere le spalle larghe per sopportare il peso della corona. E lui non le aveva. In quel momento capì che le cose dovevano cambiare.

 

Tribunale di Manhattan. Secondo Giorno del processo.

 

<L’accusa chiama a testimoniare miss Evelynn  Patterson.> La giovane donna attraversò la sala dirigendosi verso la sbarra, sotto lo sguardo dei testimoni.

<Miss Patterson> prese a parlare Connie Ferrari <Ci può dire in che rapporti era con la vittima?>

<Ero la sua segretaria da circa quattro anni.>

<Era lei che prendeva e fissava gli appuntamenti per mr Barlow?>

<Certamente.>

<Secondo la sua agenda, nella data del dodici novembre mr Barlow aveva un appuntamento con il Vendicatore Occhio di Falco verso le 11.30?>

<No. Non c’era fissato nessun appuntamento con mister uh... Falco. Il signor Barlow mi ha ordinato più e più volte di fissarne uno contattando la base dei Vendicatori, sia per telefono che via e-mail, ma in tutte le occasioni ho ricevuto dei decisi rifiuti da parte del loro maggiordomo, un garbato signore di nome Jarvis.>

<Dunque quel giorno l’imputato si presentò presso la vostra sede senza invito,  entrò nell’ufficio di mr Barlow e, cito testualmente, “fece alcune minacce volgari con tono deciso”, è corretto?>

<Obiezione Vostro Onore.> scattò immediatamente Becky Blake <La domanda è tendenziosa e suggerisce la risposta.>

Senza aspettare che il giudice si pronunciasse, Connie  disse:

<Riformulo la domanda:  che accadde il 12 novembre?>

<Ehm… Occhio di Falco si presentò nei nostri uffici e pretese di vedere Mr. Barlow.>

<E lei cosa rispose?>

<Che non era possibile?>

<E l’imputato come reagì?>

<Entrò di corsa nell’ufficio di Mr. Barlow prima senza che riuscissi a fermarlo.

Si può dire che fosse infuriato?.>

<Obiezione. La teste non è qualificata per deporre sullo stato d’animo dell’imputato o le sue intenzioni.> stavolta era stato Matt Murdock a parlare.

<Ritiro la domanda. Mi dica Miss Patterson, lei ha udito Occhio di Falco profferire minacce al sig. Barlow?>

<Si,certo… disse… ehm… “La prossima volta che vengo a sapere che usi il mio nome per ingrassarti ulteriormente giuro che torno qui e  ti infilo la testa nel cesso!” Disse proprio così.>

<Interessante scelta di parole. Quindi questo è quello che è successo?>

<Si. Le cose sono andate così.>

Con studiata lentezza Connie Ferrari si girò verso la giuria

<Penso che sia chiaro come sono andate le cose, signori della giuria ... mr Barlow ha mandato in onda uno spot non autorizzato che sfruttava l’immagine dell’imputato Occhio di Falco senza averne i diritti. Inutile dirvi che si tratta di un sacco di soldi, di cifre esorbitanti... per farvi un’idea, pensate che per fare la pubblicità alla Pepsi David Beckham è stato pagato un cachet di 4 milioni di dollari. Vi garantisco che ho assistito a casi in cui si è ucciso per molto meno...> disse con un tono quasi ironico.

<Vostro Onore…> sbottò Becky Blake <L’accusa sta anticipando la sua arringa e tenta di influenzare la giuria. Questo è inaccettabile.

<La difesa non ha tutti i torti, Procuratore.> intervenne il giudice <Si attenga all’interrogatorio.>

<Si Vostro Onore.> rispose Connie. Ho finito.

Era bella, raffinata, si muoveva con fare deciso... una vincente per natura, chiaramente. Se non lo stesse accusando di essere un assassino, Clint l’avrebbe trovata persino intrigante... ma in quel momento, l’unica cosa che passava per la sua testa era il desiderio di alzarsi in piedi e dirgliene quattro, preda di uno di quei scatti d’ira per i quali era divenuto celebre,  quasi quanto per la sua mira infallibile. Il suo avvocato però non si scompose minimamente e quasi gli avesse letto nel pensiero gli pose una mano su una spalla e gli sussurrò:

<Calmo.>,  poi  si alzò in piedi e disse semplicemente, rivolto al giudice:

<Vostro onore, vorrei controinterrogare il teste.> Poi con molta calma di diresse alla sbarra e domandò:

<Miss Patterson, lei abita in un condominio?>

<Si.>

<E’ venuta qui con la sua autovettura?>

<Si ma...>

<E mi dica, signorina... non le mai capitato di litigare con un suo vicino per la musica troppo alta, per esempio, o perché fa rumore per le scale, la sera, rientrando a casa? Non ha mai pensato di “ammazzarli” o di “strangolarli” per questo? Oppure, non ha mai detto o pensato frasi del genere mentre si trovava nel traffico con la sua auto?>

<Obiezione, vostro onore!> lo interruppe la Ferrari <Le domande non sono pertinenti  sta mettendo sotto pressione il teste.>

<Respinta. Proceda, avvocato Murdock.>

<Volevo semplicemente dimostrare come chiunque di noi, quand’è arrabbiato e sotto stress, fa minacce del genere... dice “ti ammazzo” o “muori”,” ti spacco le ossa”, ma non è una garanzia che poi lo faccia... e il mio cliente non fa eccezione. Il defunto mr Barlow, come ci ha confermato la nostra testimone, ha continuato a tormentare per settimane il mio cliente con richieste che lui aveva più volte respinto ... e nonostante questo, è andato avanti per la sua strada, infischiandosene delle obiezioni che gli erano state fatte. Ora sfido chiunque di voi a non provare sentimenti di rabbia e disprezzo verso un comportamento del genere. Ma da qui ad affermare che il mio cliente possa averlo ucciso ce ne passa. Le presunte minacce che può avere fatto  non dimostrano nulla. Inoltre vorrei ricordare a questa corte, ai signori della giuria e alla mia illustre collega che in virtù della qualifica di Vendicatore il mio cliente è in un certo senso alle dipendenze, seppur indirette, della Fondazione Maria Stark, creata da uno degli uomini più ricchi e influenti d’America, quindi se avesse avuto il desiderio di sfruttare la sua immagine allo scopo di arricchirsi avrebbe potuto affidarsi alle migliori agenzie pubblicitarie, facendosi corteggiare dagli sponsor. Ma non l’ha mai fatto, sinonimo questo di un animo generoso e non avido.>

<Questo Murdock sa il fatto suo. Devo ringraziare Natasha per averlo ingaggiato.> pensò Clint.

<Chi è che sta facendo un’arringa anticipata adesso?> intervenne con sarcasmo Connie Ferrari.

Matt si limitò ad indirizzarle un sorriso che la donna non potè che ricambiare.

 

Il Red Bear. La sera precedente all’inizio del processo.

 

Il Red Bear è il posto migliore dove trovare un lavoro per un mercenario o per un detective privato.  Kyle Wiston apparteneva alla prima specie, e stasera si sentiva incredibilmente fortunato. Era venuto al ‘Bear in cerca di un ingaggio, e aveva trovato Rachel. Visto il genere di clientela che abitualmente frequentava quel posto, era raro trovarci una donna... lui non solo l’aveva trovata, ma gli aveva offerto da bere e adesso lo voleva portare nel retro per una sveltina. Si, davvero una serata fortunata... più unica che rara, non c’è che dire. Preso dall’entusiasmo e dall’eccitazione, una volta fuori si aspettava di tutto tranne che di essere atterrato da un colpo in mezzo alle scapole.

<Ma porco .... chi cazzo è.... TU?>

<Rachel, ecco i tuoi soldi, come accordato. Sparisci.>

<Come vuoi, Maya.>

Maya Lopez lo fissava dall’alto in basso, mentre Kyle riprendeva fiato inginocchiato sul freddo marciapiede.

<Schifosa traditrice... che cosa vuoi? >

<Solo avere conferma di un mio sospetto. Mi sono fatta un’idea e tu devi dirmi se ho ragione o meno.>

<Fottiti troia. Il capo ha detto di non toccarti, ma ora che ti ho qui io ....>

<Sta buono Kyle. Ti ho addestrato io e sei sbronzo. Non ce la farai mai. Risparmiati un pestaggio e rispondi alla mia domanda: c’è Taskmaster dietro l’arresto di Occhio di Falco?>

Cercò di colpirla con un diretto in faccia. Wiston era grosso e forte, ma troppo lento per riuscire anche solo a sfiorare Maya... inoltre,il suo equilibrio era precario a causa dei molti drink ingeriti nel corso della serata. Non ci volle molto a Maya per farlo finire nuovamente a terra.

<Ti conviene rispondermi Kyle... non ho voglia di giocare. E’ lui che ha incastrato il Vendicatore?>

Ma l’uomo non ne voleva sapere di rispondere alla domanda e tornò alla carica, questa volta con un violento calcio che avrebbe dovuto colpire l’addome della ragazza, ma che invece abbatté un bidone della spazzatura. Maya lo colpì ai reni con un pugno, e quando Kyle si piegò per il dolore, gli afferrò il braccio e glielo torse dietro la schiena.

<Avanti Kyle, o giuro su Dio che te lo rompo... è un piano di Taskmaster  vero?>

<F...Fanculo....>

Maya strinse il braccio con ancora più forza. Il dolore fu allucinante, una fitta tremenda che lo fece gridare.

<RISPONDIMI!> gridò la donna.

<AAAAAAH.... VA BENE, VA BENE CAZZO... E’ STATA UN IDEA SUA!  LO HA INCASTRATO LUI PER TOGLIERLO DI MEZZO! ADESSO LASCIAMI!>

Lo lasciò andare.... era inutile torturarlo, e il suo sospetto era stato confermato. Occhio di Falco s’era messo sulle tracce dell’organizzazione di Taskmaster a causa di quelle ragazze che lei aveva addestrato, e per questo Task lo aveva incastrato per omicidio. In fondo, seppur indirettamente,  si sentiva responsabile per quanto era gli accaduto... e  il suo senso dell’onore le imponeva di fare qualcosa per aiutarlo.

 

Tribunale di Manhattan.Quarto giorno del processo.

 

<L’accusa chiama a testimoniare miss Zelda DuBois.> disse Connie Ferrari.,

La donna entrò in aula e subito gli sguardi di tutti i posarono su di lei. Indossava un abito nero molto corto che metteva in mostra le splendide gambe, avvolte nelle sue caratteristiche calze a rete.

<Sa Murdock, vorrei poterle prestare i miei occhi in questo momento...> disse Falco.

<La prego di rimanere concentrato, mr Barton> gli rispose Becky Blake, sottovoce. Gli  ipersensi dell’alter ego di Devil captarono l’aumento dei battiti cardiaci degli uomini in sala dovuto all’eccitazione... e anche i commenti delle donne, appena sussurrati, sull’immoralità e l’indecenza della donna. Questo poteva essere un punto a loro favore.

<Signorina DuBois> prese a parlare la Ferrari, la cui concentrazione non fu minimamente scalfita <Vuole dire a questa corte come ha conosciuto mr Barlow?>

<Da alcuni mesi io e Roscoe avevamo una relazione sentimentale.> rispose Zelda senza il (un) minimo d’esitazione.

<Ci dica signorina, lei era in compagnia della vittima la sera dell’omicidio?>

<Si.>

<E dunque era presente quando questo è avvenuto?>

<Si.>

<Ci potrebbe dire a parole sue cosa ha visto?>

<Certamente. Io e Roscoe stavamo uscendo dal ristorante e attendevamo che il nostro autista venisse a prenderci con la limousine. All’improvviso, compiendo un’acrobazia, un uomo vestito come Occhio di Falco, che si muoveva come lui, si appese al lampione di fronte a noi, vi si arrampicò e una volta in piedi sopra di esso lui....> s’interruppe per un momento. Il ricordo le faceva ancora male. Mandò giù un singhiozzo e poi riprese a parlare:

<... prese una freccia dalla faretra e poi la tirò a Roscoe, colpendolo al petto. Lui cadde ai miei piedi... c’era moltissimo sangue... io chiamai aiuto ma....> si interruppe nuovamente. Questa volta non riuscì proseguire.

<Ecco, tenga un pò d’acqua, miss DuBois> disse Connie, porgendole un bicchiere.

<Dunque lei afferma che, qualche settimana dopo la litigata nell’ufficio di mr Barlow e le conseguenti querele, l’imputato Occhio di Falco si sia recato presso il ristorante dove lei e la vittima avevate da poco cenato per assassinarlo con un preciso tiro con l’arco?>

<S-SI.>

<Lei era lì e lo ha visto mentre incoccava la freccia e centrò la vittima proprio sul petto, causandone la morte?>

<SI! Quante volte vuole farmelo ripetere?> disse, visibilmente innervosita dal risentire quanto accadde quella sera.

<Le porgo le mie scuse, ms DuBois. L’accusa non ha altre domande.>

<Vostro onore, vorrei contro interrogare la teste .> disse Matt.

<Proceda avvocato.>

<Ms. DuBois... lei afferma di essere stata in intimità con la vittima... mi dica, per lei era un uomo che si manteneva in forma?>

<Come?>

<Obiezione, vostro onore. Non vedo cosa c’entri questo con il caso.>

<C’entra, vostro onore. Voglio solo constatare se mr Barlow era un uomo dedito all’esercizio fisico.>

<Arrivi al punto, avvocato.> disse il giudice.

<Ho posto questa domanda perché se da una parte abbiamo un uomo di sessantotto anni dalla precaria forma fisica, dall’altra abbiamo un supereroe abituato ad affrontare molti supercriminali dotati dei più bizzarri superpoteri facendo leva solo sul proprio coraggio e il proprio rigoroso allenamento fisico e che per anni è stato addestrato dal leggendario Capitan America. E un uomo del genere, in grado di affrontare da solo bande di banditi o di rapinatori, per uccidere un uomo che ha circa il doppio dei suoi anni, gli punta una freccia e lo colpisce da una distanza di non molti metri... in un luogo affollato come un ristorante. Voglio dire, se avesse voluto fargli del male, avrebbe potuto dargli un pugno quella volta nel suo ufficio.... o se proprio voleva ucciderlo, avrebbe potuto colpirlo da una distanza notevolmente maggiore, senza essere visto nessun testimone. Stiamo parlando di un uomo, signore e signori , che deve la sua fama alla sua acutissima mira. C’è poco di cui andare fieri nel colpire un bersaglio da una distanza come quella da lei descritta, specie per uno cui nome in codice è “Occhio di Falco”, non le pare, ms DuBois?>

<Obiezione, vostro onore. Sta mettendo in agitazione la teste chiedendole un parere.>

<Accolta.>

<D’accordo... ms DuBois mi dica, è vero che alcuni anni fa lei faceva parte di un’organizzazione nota come “il circo del crimine” e rispondeva al nome di “Principessa Pitone”?>

<E’ vero.> disse lei.

<E non è vero che in passato tale organizzazione ha avuto occasione di scontrarsi con i Vendicatori, come ad esempio nell’occasione del matrimonio tra miss Van Dyne e il dottor Henry Pym?> [2]

<Si è vero.>

<In quell’occasione, secondo i rapporti, lei e i suoi complici catturaste l’imputato, conferma?>

<Si.>

<E mi dica... in seguito, quando si liberò e si scontrò in combattimento con lei e i suoi soci, ci fu anche una sola volta in cui tentò di colpirvi a morte con una delle sue frecce? Le ricordo che è sotto giuramento ...>

<N-No ...>

<No, non lo fece. Lei e l’imputato vi siete scontrati in diverse occasioni, e tutte le volte, benché lei e i suoi complici attentaste alla sua vita, lui nemmeno una volta a cercato di uccidervi? Anche se sarebbe stata legittima difesa?>

<No...>

<E in virtù di queste rivelazioni, ms DuBois, lei è pronta ad affermare, sotto giuramento, che l’uomo che ha visto quella sera uccidere mr Barlow possa essere il mio cliente, anche se indossava lo stesso costume e la stessa maschera?>

Zelda fissò Occhio di Falco. I due parevano comunicare con lo sguardo. Lei ripensò alle parole che lui le aveva detto nel suo appartamento qualche giorno prima. Ripensò a quegli episodi che il suo avvocato aveva rievocato. Ripensò alla sera in cui Roscoe venne ucciso. I secondi sembravano durare un’eternità, poi la ragazza disse:  

<No avvocato. Non posso farlo.>

Tutti in sala rimasero stupiti. Murdock l’aveva messa con le spalle al muro, e quella risposta poteva valere l’esito del processo.

 

Tribunale di Manhattan. Sesto giorno del processo.

 

<La giuria si ritira per deliberare.> Ci siamo, è il momento del verdetto, pensò Clint dentro di se. Era un uomo che aveva sfidato la morte innumerevoli volte, ma non ricordava l’ultima volta che aveva sentito una stretta così forte allo stomaco. Era teso, nervoso. Un verdetto di colpevolezza avrebbe voluto dire l’ergastolo.

<Che ne dite, voi due? Quante chance ho di spuntarla?> chiese.

<Ho una buona sensazione, mr Barton ...> gli rispose Matt. Il suo superudito gli permetteva di udire i commenti e i pareri dei giurati. Nessun altro poteva sapere quello che si stavano dicendo, e dunque tutti coloro che stavano incollati davanti alla televisione condividevano lo stato d’ansia di Occhio di Falco.

<Pensi che lo condanneranno?> chiese una nervosa Jessica.

<No... no,dai. Murdock è un fior fiori di avvocato.... io ho fiducia. Sono convinto che lo giudicheranno innocente!> le rispose un’altrettanto nervosa Kate.

<Non lo so... voglio dire, non è certo la prima volta che un innocente, anche se famoso, va in galera... conosci anche tu la storia di Rubin Carter, no?> [3]

<Ma che centra... li fu una cosa di razzismo, in questo caso non corriamo lo stesso rischio, grazie a Dio ... inoltre, Clint è un supereroe amatissimo dal pubblico, ha salvato il mondo qualche dozzina di volte ... Perché dovrebbero fregarlo, dannazione?> dopo una pausa di qualche secondo, la ragazza riprese:

<Ma se lo condannano, giuro che lo faccio evadere io!>

 

Dopo quelli che sono furono i quaranta minuti più lunghi della sua vita, l’arciere vide rientrare la giuria che doveva decidere del suo destino. Il capo giurato cominciò a parlare:

<Vostro onore, dopo essersi riunita ha deciso di ritenere l’imputato Occhio di Falco per l’accusa di omicidio di primo grado ... NON COLPEVOLE!>

<SI!> esclamò Falco scattando in piedi

<EVVAI! CE L HA FATTA!> gridò Kate da casa, abbracciando Jess e dandole un bacio sulla guancia.

<Ce l’hai fatta, vecchio brigante ...> disse Steve Rogers nel suo appartamento nel Connecticut, sorridendo soddisfatto.

Di tutt’altro umore i commenti di Hood e di Taskmaster:

<Lo sapevo, cazzo.... te lo avevo detto. Quel bastardo di un arciere se l’è cavata! Non dovevi incastrarlo, ma farlo fuori!>

Taskmaster sbuffò.

<Ammetto di averlo sottovalutato, è evidente. Il bastardo ha evidentemente più risorse di quello che credevo... ma come ti dicevo, non ha nulla contro di noi, e in ogni caso quest’esperienza gli avrà quantomeno insegnato a non impicciarsi nei nostri affari....>

Hood lo guardò con aria schifata. Ancora non s’era convinto di aver sbagliato approccio. Il suo nervosismo nei confronti del suo socio aumentava sempre più.

 

Occhio di Falco abbracciò con vigore il suo avvocato.

<Io non come ringraziarvi. Grazie, grazie mille!> poi diede un bacio sulla guancia alla sua socia Becky Blake, che arrossì.

Mentre Occhio di Falco lasciava l’aula, Connie Ferrari si avvicinò a Matt.

<Posso farle i miei complimenti Avvocato Murdock?> disse.

Matt inalò il dolce profumo della donna. Nulla di ostentato, ma gradevole. Connie Ferrari emanava forza  e determinazione. Sapeva che era una bella donna dai commenti di amici e colleghi e sapeva che era una donna di talento dalla sua personale esperienza. Accettò con piacere la sua stretta di mano.

<Anche lei è stata in gamba Miss Ferrari.> le disse.

<Può chiamarmi Connie se vuole.>

<E lei può chiamarmi Matt….>

Stava  per aggiungere altro ma la sua attenzione fu distratta da un rumore all’esterno, poi se ne aggiunsero altri, percepibili anche senza superudito.

<Cosa sta succedendo là fuori?> esclamò Connie.

Matt lo sapeva già, ma non potè far altro che mordersi  le labbra con un senso di impotenza.

 

Occhio di falco percorse il corridoio con lunghi passi. Alcuni giornalisti erano riusciti a entrare nel tribunale e cercarono di farsi rilasciare un’ intervista, ma il Vendicatore non aprì bocca. Solo una volta fuori, quando si ritrovò circondato dalle telecamere e da un branco di giornalisti famelici diede sfogo da tutta la sua loquacità.

<Per prima cosa voglio ringraziare lo studio Nelson & Murdock per avermi difeso, e tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno creduto nella mia innocenza. Ho sempre avuto fiducia che la giustizia facesse il suo corso. Come membro di Vendicatori, e talvolta come loro capo, ho sempre creduto nella salvaguardia della vita umana... anche la più ignobile.  Nel corso della ma lunga carriera io ...> ma non riuscì a terminare la frase, che una freccia lo colpì in pieno petto, facendolo crollare a terra. Il petto sanguinava copiosamente, e solo la cotta del suo costume impedì al dardo di trapassarlo da parte a parte. Si scatenò immediatamente il panico. In tutto il tribunale cominciarono a riecheggiare le urla dei testimoni.

<Oddio, l’hanno ammazzato!>

<Qualcuno chiami un’ambulanza!>

<L’hanno ucciso, l’hanno ucciso!>

Tutti corsero in direzione dell’uscita. Matt Murdock avrebbe voluto unirsi a loro ma non poteva, per via della sua identità segreta: per tutti era un comune cieco che non poteva certo correre liberamente per il corridoio senza incappare in un ostacolo. Doveva continuare la sua recita, suo malgrado. Era frustrante ma inevitabile. Inoltre, c’era Becky Blake, costretta su una sedia a rotelle, che non poteva essere lasciata sola. Prima doveva pensare alla sua sicurezza e poi trovare un luogo isolato dove cambiarsi d’abito e indossare il costume rosso di Devil.

 

L’attentato venne compiuto di fronte alle telecamere, in diretta nazionale. Jessica e Kate videro il loro amico e mentore colpito al petto e portato in ospedale dall’ambulanza.

<A-All’ Howard Stark Hospital. L’hanno portato là ... C-Clint dice che è lì che ricoverano I Vendicatori. Dobbiamo correre là!> disse Jessica, in preda alle lacrime.

<Guido io ...> si limitò a risponderle Kate, ugualmente sconvolta.  Ma una volta lì la polizia non le fecero entrare. Nessun civile poteva vederlo o chiedere di lui.

Steve Rogers osservava incredulo le immagini scorrere sullo schermo. Ruppe la tazza da caffè che teneva in mano per la rabbia.

<No ...> fu l’unica cosa che gli uscì dalle labbra, un secondo prima di prendere il cellulare e telefonare alla sua fidanzata.

Connie Ferrari osservò il cellulare ormai silenzioso. A quanto pareva Steve era rimasto molto colpito dall’attentato ad Occhio di Falco. Si chiese perché ma non trovò una risposta soddisfacente. C’erano delle cose di Steve che lei non sapeva, che forse, ripensandoci non aveva voluto sapere. Un giorno o l’altro avrebbero dovuto parlarne.

Connie rifletté su Occhio di Falco. In realtà non era mai stata troppo convinta della fondatezza delle accuse a suo carico, ma non aveva avuto altra scelta che perseguirlo in nome di un bene più grande ed in fondo era contenta che se la fosse cavata… anche se non l’avrebbe mai ammesso con la stampa. Certo che morire fulminato da un cecchino sulle scale del Tribunale non era una fine che avrebbe augurato a nessuno. Chissà come sarebbe andata a finire tutta quella brutta storia? Raccolse le sue cose ed uscì dal suo ufficio senza voltarsi indietro.

 

Edizione straordinaria della CNN

 

- CRONACA. ATTENTATO A OCCHIO DI FALCO. IL VENDICATORE COLPITO DA MISTERIOSO ASSALITORE.

 

<<Poche ore fa, appena pochi minuti dopo la sentenza che lo vedeva prosciolto dall’accusa di omicidio, il celebre Vendicatore Occhio di Falco, è stato colpito al petto da una freccia scagliata da un anonimo cecchino. Attualmente è ricoverato all’Howard Stark Hospital. E’ in prognosi riservata ma le sue condizioni sembrano gravi. I suoi colleghi Vendicatori, la Visione e Wasp, non rilasciano dichiarazioni. Vi terremo aggiornati nelle prossime edizioni del telegiornale.>>

 

<E’ opera tua?> chiese Taskmaster.

<Ti giuro di no... anche se avrei tanto voluto. C’è qualcuno che c’ha fatto un favore... e voglio scoprire chi è...> gli rispose Hood.

 

Qualche ora dopo Devil si ritrovava sul tetto di fronte il tribunale. Cercava un minimo indizio sul cecchino, un dettaglio che poteva essere sfuggito alla polizia ma che i suoi ipersensi potevano cogliere.... un odore, la scia del dopobarba, una cicca di sigaretta ... qualsiasi cosa. Ma neppure il suo senso radar captò nulla. L’unica cosa che avvertì era l’arrivo della Vedova Nera alle sue spalle.

<Natasha, mi dispiace per il tuo amico... non sono potuto intervenire.>

Il battito della donna, però, non subì variazioni....

 

Continua....

 

 

Le Note

 

 

Per prima cosa, ringrazio il nostro EIC Carlo Monni per la sua consulenza legale che ha permesso la stesura di questa storia...

 

Cosa accadrà al nostro eroe? Se la caverà? Si accettano scommesse.... ma vi avverto, il “si” paga poco ;)

Ma chi è stato a colpirlo, e perché? Per la risposta a queste domande, non vi resta che aspettare il numero 11, ovviamente.

 

1 = Orenthal James (O.J.) Simpson è un ex giocatore di football americano e attore statunitense. È considerato uno dei più grandi giocatori della storia di questo sport. E’ famoso per  aver interpretato l'agente Nordberg nella serie de Una pallottola spuntata ma soprattutto per il processo per omicidio della sua ex moglie e del suo amante, dal quale venne dichiarato innocente nonostante le clamorose prove di colpevolezza.

 

Il giudice Gruenwald prende il nome dallo scrittore Mark Gruenwald, uno dei più prolifici autori Marvel, ideatore tra l’altro della prima miniserie dedicata al nostro arciere.

 

Connie Ferrari è una rampante avvocatessa di New York, fidanzata di Steve Rogers (ovvero il primo – e per me unico – Capitan America), inventata da Mark Waid e Andy Kubert su Captain America (vol. 3) n. 20 dell’agosto 1999. In Marvel IT la bella avvocatessa è stata uccisa su Devil n. 46 , ma gli eventi della nostra serie sono di poco antecedenti rispetto all’attuale linea temporale MiT.

 

2 = Il matrimonio tra Wasp (Janet Van Dyne) e Calabrone (dott. Henry Pym), che ha visto la “partecipazione” della Principessa Pitone e del Circo del Crimine è avvenuto in Avengers (vol. 1) 59 e 60 rispettivamente del 1968-1969

 

3 = Rubin “HurricaneCarter è stato un pugile americano (27 vittorie, 12 sconfitte e un pareggio su 40 incontri, con 8 knockout e 11 knockout tecnici) conosciuto per essere stato accusato di triplice omicidio che non ha commesso e condannato ingiustamente a tre ergastoli (venne scarcerato nel 1985 dopo quasi vent’anni di detenzione ingiusta).  La vicenda di Carter ha ispirato Bob Dylan che scrisse per lui una canzone dal titolo Hurricane e successivamente un film nel 1999 dal titolo Hurricane - Il grido dell'innocenza, con Denzel Washington nel ruolo di protagonista.

E’ tutto. Vi aspetto nel prossimo numero!

 

Carmelo Mobilia.